Isola di Salina, ipotesi di assetto territoriale, maggio 1984
20 aprile 2016 Notizie Eolie
La pesca con i consi di fondo, le nasse, i tremagli, le totanare, le lenze e le fiocine, è comune in tutte le isole ed è praticata da pescatori professionisti e dilettanti. Le attrezzature e le motobarche in parte vengono da Lipari, dove è concentrata una marineria attrezzata, e dalla costa siciliana.
La pesca a strascico non viene praticata dai pescatori di Salina ma da motopescherecci provenienti dal messinese e dal palermitano.

Il pescato di solito viene immesso nel mercato locale e, in caso di pescate abbondanti, il prodotto viene fatto affluire a Lipari e da qui smistato ai mercati di Milazzo e Messina.
Nel passato era fiorente la lavorazione del pesce salato – in particolare acciughe e sardine – che veniva esportato in Sicilia e nella penisola. La cicirella veniva marinata (fritta e poi immersa in aceto), confezionata ed esportata in Liguria e Lombardia. La lavorazione veniva attuata a Lingua, dove un imprenditore ligure, stabilitosi in quella località, aveva sviluppato quest’attività dando lavoro a una ventina di persone. Da oltre 15 anni questa attività non viene più esercitata per la scarsa collocazione del prodotto sul mercato.
Nel 1981 il pescato (Alici, Sgombri, Sarde, Molluschi e Crostacei) è stato di 17 quintali per valore di oltre 23 milioni di lire e rappresenta una modesta parte rispetto a quello reale. Le barche removibili iscritte al 1982 all’Ufficio Circondariale marittimo di Lipari sono 50, le motobarche 40: alcune vengono utilizzate per la pesca, altre nei periodi estivi vengono adibite a servizi di trasporto per i turisti, altre ancora sono natanti da diporto. I pescatori di Salina iscritti sono appena 23 rispetto ai 1077 di Lipari.
Questi dati riflettono una crisi dovuta anche ai lavoratori che hanno abbandonato questo settore per esercitare un altro tipo di attività più redditizia e meno faticosa.
Ringraziamo per il materiale Massimo Ristuccia