Salina: alla biblioteca di Malfa il 31 luglio si presenta il libro su Cosimo Cristina

29 Luglio 2015 La Biblioteca Comunale di Malfa

 

Dopo sei anni si riaprì il processo che si richiuse con l’ipotesi poco credibile del suicidio.

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Fu così che si coniò il termine di “suicidato dalla mafia”. Diciotto anni dopo toccò anche al giovane Peppino Impastato essere suicidato dalla mafia! Cristina, nato l’11 agosto del 1935, dal 1955 al 1959 collabora con L’ora, il Giorno, l’Agenzia Ansa, il Corriere della Sera, Il Messaggero e il Gazzettino. Nel 1959 fonda, con Giovanni Cappuzzo, critico letterario e suo grande amico, Prospettive Siciliane, dalle cui colonne potrà dire tutto quello che negli altri giornali non gli veniva concesso. Racconta la mafia di Termini e delle Madonie di quegli anni, si occupa dell’omicidio del sindacalista di Sciara Salvatore Carnevale, del sacerdote di Cefalù, Pasquale Culotta, di Agostino Tripi e del processo per l’omicidio Giallombardo. Giovanni Cappuzzo, scomparso qualche anno fa, dirà di Cristina che si era fatto da sé e aveva avuto il coraggio di raccontare fatti della sua terra, considerati per quell’epoca ancora tabù.

La sua attività di cronista era scomoda per la società siciliana che all’epoca non osava parlare di mafia.

Il motto di Cristina era di fare un giornalismo senza peli sulla lingua.

Il suo scrivere gli procura minacce e querele, ma Cosimo non molla e continua a fare il suo mestiere.

Già le parole del suo primo editoriale su Prospettive Siciliane segnano la sua condanna a morte, ovvero la dichiarazione di volere raccontare un’altra Sicilia che non fosse quella di Don Calò Vizzini e di Giuliano, ma la Sicilia che faticosamente si fa strada come pulsante cantiere di lavoro e di rinnovamento industriale. Per circa quarant’anni, nessuno si è ricordato del sacrificio di Cosimo Cristina. Solo negli ultimi dieci anni si è cominciato un percorso di recupero della memoria attraverso il lavoro degli insegnanti in favore dell’educazione alla legalità all’interno delle scuole e sollecitando sia le istituzioni locali, sia l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Nel 1999, la pubblicazione del libro del giornalista Luciano Mirone, Gli insabbiati, da un grande contributo al recupero della memoria della figura e dell’attività, se pur breve, del giornalista termitano, ricostruendone la storia.

Il Presidente dell’Ordine Franco Nicastro, su invito della Professoressa Conti ha curato egli stesso un pannello per Cristina all’interno di una mostra, dedicata ai giornalisti uccisi dalla mafia, fatta in collaborazione con la Fondazione Ilaria Alpi, giornalista uccisa a Mogadiscio, nel 1994 per avere esercitato fino in fondo il suo dovere di ricerca della verità.

Nel 2004 è stata intitolata una strada al giornalista ucciso e il 5 maggio del 2010 la città di Termini Imerese, su iniziativa della rivista Espero del territorio Termini Imerese-Cefalù-Madonie, alla presenza del Direttore Alfonso Lo Cascio, del Sindaco Salvatore Burrafato, del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia Franco Nicastro, delle scolaresche della cittadina, delle Associazioni, ha scoperto una targa in memoria di Cosimo Cristina, deponendo vari mazzi di fiori e accompagnando con il silenzio della tromba la commemorazione, avvenuta solo dopo mezzo secolo. La comunità ha salutato uno dei suoi figli migliori, morto per avere creduto nella verità, nella libertà d’informazione, nella legalità e in una Sicilia in cui questi valori fosseropiù forti di qualsiasi potere criminale. A scoprire la Targa le sorelle del giovane Cosimo Cristina, Franca e Maria, commosse e felici del tributo che la città ha voluto rendere al loro amato fratello.