Salina Sailing Week: un successo che si rinnova ogni anno

1 Giugno 2017 Notizie Salina

con la stessa meticolosità dei professionisti le loro imbarcazioni. Così si lavora alacremente in banchina per svuotare dal superfluo, secondo regolamento, le barche e non lasciare nulla al caso.

Nella prima giornata è previsto il Maestrale. Il canale tra Lipari è Salina e pieno di vento già dalle prime ore della mattinata. E’ facile piazzare il campo a ridosso della costa per esaltarne la spettacolarità. I 15 nodi che soffiano permettono il massimo dello spettacolo. Su Forbidden Colours Angelo Mangione sbaglia poco e quello che sbaglia viene compensato dal resto dell’equipaggio. Chiude le due prove a bastone al primo posto ma appena dietro nessuno demorde. Le piazze d’onore vanno all’X 38 Emile Gallè, che l’armatore bergamasco Guido Battiston affida al messinese Davide Foti, ed al Comet 41 catanese di Mario Zappia. Nel raggrupamento delle barche sotto gli 11 metri sarà Standbyme di Antonio Pipitone a regolare Essenza, Quen 34 calabrese di Romano De Paola, alla sua prima esperienza in regate affollate. Paola, a vele bianche, bloccherà invece Donna Rosa 2.0 di Fabrizio Mineo e MomiBlu di Giuseppe di Lorenzo, nel raggruppamento a vele bianche.

Il vento continua a soffiare gagliardo. Il Comitato alllestisce la partenza per una prova costiera a circumnavigare l’isola. Con questo vento saranno dodici miglia da fare tutto di un fiato con l’attenzione da porre ovviamente al lato sottovento di Salina, dove gli alti coni vulcanici bloccheranno l’aria. La flotta si fionda compatta sulla linea di partenza come se fosse una prova a bastone. Nessuno è disposto a cedere un centimetro anche se c’è tanta strada da fare. E’ lotta tra le barche più grandi della flotta. Skin di Nanni Pavia e Forbidden Colours viaggiano spedite, forti delle loro generose dimensioni. Ma il gruppo è compatto. Salvatore Maggiulli, esordiente all’evento con la sua Engi, e Uccio Giuffrè su Profilo 2.0 sfruttano al massimo le loro grandi vele per restare a ridosso sui battistrada. La flotta arriva al fatidico Faro di Lingua. L’aria rallenta e poi si ferma bloccata dalla montagna. I primi vengono raggiunti dal resto della flotta che si ferma . E’ come se dopo tanto battagliare, si cominciasse una nuova regata con la boa di arrivo a vista ma irraggiungibile. Salvatore Maggiulli, però, si allarga al massimo e porta la sua Engi, piano piano, fino a Lipari. Troverà di nuovo il vento e piomberà per primo sul traguardo, guardando il resto della flotta che riprende lentamente velocità. Subito dietro Standbyme che sfrutta la sua agilità per recuperare su ogni refola, forte di un equipaggio allestito con specialisti catanesi di Beneteau 25, qui a Salina per tenersi “caldi” per la tappa del Circuito Nazionale di Trapani della settimana successiva.

Il vento non manca neanche nella seconda giornata di gara. Si allestisce il campo di regata a Capo Faro. La condizioni sono semplicemente fantastiche. Vento disteso, accelerazione sotto l’alta parete, mare blu cobalto. Saranno di nuovo Forbidden Colour e Standbyme a primeggiare ma scorrendo i tempi delle classifiche si nota che i distacchi vanno diminuendo prova dopo prova, segno che tutti stanno prendendo le misure ai leader della classifica.

Il Comitato allestisce un’ altra costiera. Disimpegno verso Nord, quindi una lunghissima poppa a fil di ruota verso Lipari, infine rientro di bolina al Porto delle Eolie. Le costiere rimescolano le classifiche e tutti lo hanno ormai compreso. Occorre conoscere bene i luoghi e capire cosa accade quando ci si avvicina alle alte e lussureggianti pareti delle Eolie. E così saranno Davide Foti e Francesco Fulci sulla sua Kika a battere tutti, forti della loro perfetta conoscenza dei luoghi. Fabrizio Mineo regola il raggrupamento a vela bianche, non senza fatica anche perchè, come sua consuetudine, regata in equipaggio doppio, solo con Gabriele Amico.

La giornata si chiude all’insegna dell’ equilibrio massimo. Tra le barche più grandi Bluette e Forbidden Colours sono a pari punti. Nel raggruppamento sotto gli 11 metri Standbyme ha fatto su piccolo break su un terzetto tutto a pari punti formato da Essenza, Mizar, First di Antonino Pollicino, e Kika. Nell’ultima giornata, praticamente, si ricomincerà tutto da capo.

Nella giornata conclusiva, si piazza di nuovo il campo a Capo Faro. La prova tra le boe va a Forbidden Colours, ad Essenza ed a Paola. Il comitato allestisce immediatamente un ultima prova costiera. Anacaona, First 40 di Simone Marziano, avrà un’altra chance. E’ stata fermata da un’avaria nella prova a bastone, potrà rifarsi nella lunga. Si parte in direzione di Malfa, si passerà una boa a pochi metri dalle strade del paese e si tornerà a Santa Marina di Salina. La prova è fondamentale. Sono tutti in pochissimi punti. Capolavoro di Emile Gallè che indovina tutto e stoppa Skin ed Anacaona, sempre brillante nelle regate costiere. Tra i “piccoli” Standbyme si impone bloccando ogni velleità di Mizar e Kika. Donna Rosa 2.0 dà il massimo e sfrutta al meglio ogni raffica.

Occorre aspettare l’ultimo equipaggio in gara. Tutti aspettano il responso del computer che puntuale arriva immediatamente dopo la fine di ogni prova. La classifica generale va a Forbidden Colours per solo mezzo punto su Emile Gallè e due punti su Bluette. Standbyme si impone nella classifica generale del raggruppamento delle barche sotto gli 11 metri. Paola, costretta al ritiro nell’ultima prova, si impone su Donna Rosa e Momi Blu.

Si chiude l’edizione della Salina Sailing Week che ha avuto il più alto numero di prove corse della sua storia più che decennale. Basta questo per indicare il successo di questo evento eoliano. Se poi consideriamo le classifiche cortissime, segnale di un equilibrio nato dalla sapiente miscellanea di prove sulle boe sulle boe e regate costiere voluta dall’organizzazione a mare del VelaClub Palermo, la usuale efficienza del Porto delle Eolie che ha messo a riparo le imbarcazioni, l’accoglienza di una Isola da sogno, il sostegno puntuale dell’Amministrazione Comunale di Santa Marina Salina, l’apprezzata concomitanza di Slow Food, non si può che parlare della più bella edizione di sempre.

Foto di Vivienne Nuccio