Una foresta lussureggiante si trova a circa 1 Km di profondità sotto le Eolie

17 Luglio 2018 Salina News - Eolie News

Da sempre scrigno di tesori marini come quelli scoperti e fotografati dai ricercatori 
della spedizione Oceana che per un mese hanno battuto i fondali.

Una foresta lussureggiante con una varietà di forme e una densità cromatica accecante. Si trova a circa un chilometro di profondità in quelle stesse acque dove periodicamente si spegne il magma incandescente della Sciara dei fuochi. Siamo nell’arcipelago delle Eolie, in Sicilia, da sempre scrigno di tesori marini come quelli scoperti e fotografati dai ricercatori della spedizione Oceana che per un mese hanno battuto i fondali attorno alle Eolie documentando uno scenario di impareggiabile bellezza ma allo stesso tempo estremamente fragile, perché messo in pericolo dai fenomeni di antropizzazione.

Elementi protetti

«Sebbene il mare profondo si trovi appena al largo delle coste queste acque rimangono in gran parte inesplorate e nascondono una biodiversità unica — spiega Ricardo Aguilar, direttore della ricerca per Oceana in Europa — . Abbiamo trovato decine di elementi che sono protetti a livello internazionale nel Mediterraneo, dagli imponenti fondali coralligeni alle tartarughe Caretta Caretta e molte specie di coralli e molluschi. Tuttavia, abbiamo potuto constatare gli effetti diffusi dell’attività umana ed è fondamentale che si impedisca di danneggiare la vita marina per preservare l’unicità di questi fondali». Nelle aree più profonde i ricercatori hanno scoperto delle autentiche foreste di coralli bambù e habitat caratterizzati da specie carnivore, come alcune ascidie e spugne. Fotografata una specie di stella marina (Zoroaster fulgens) mai vista nel Mediterraneo e una specie ittica (Gobius kolombatovici) che si credeva si trovasse solo nel mar Adriatico settentrionale. Un habitat unico ma, appunto, a rischio.

I danni causati dalla pesca

Documentati i danni causati dall’attività legate alla pesca, coralli millenari parzialmente uccisi da lenze o reti abbandonate in fondo al mare. E, immancabilmente, sono stati trovati anche tanti rifiuti domestici in plastica. E ancora bottiglie di vetro, batterie e persino pneumatici. Proprio per lo stridente contrasto tra un patrimonio marino unico e i rischi che corre i ricercatori della Oceana sosterranno una campagna «per creare un’area marina protetta nell’arcipelago, con l’obiettivo di preservare i suoi tesori nascosti».

Alfio Sciacca